
Un’intercettazione inedita potrebbe rappresentare un punto di svolta nel caso dell’omicidio di Pierina Paganelli, uccisa brutalmente nell’ottobre del 2023 a Rimini. A far discutere è una frase pronunciata a bassa voce da Valeria Bartolucci, moglie di Louis Dassilva, l’uomo attualmente in carcere con l’accusa di essere l’autore del delitto. La donna, da sempre convinta dell’innocenza del marito e pronta a difenderlo anche pubblicamente, aveva dichiarato che Dassilva si trovava sul divano di casa al momento dell’omicidio. Ma proprio lei, inconsapevolmente, avrebbe messo in crisi quell’alibi.
L’intercettazione ambientale risale al 1 novembre 2023, pochi giorni dopo l’arresto di Dassilva. Registrata mentre Bartolucci parlava sottovoce con il marito, la frase riportata da Il Resto del Carlino lascia poco spazio ai dubbi: “Se ero sveglia a quell’ora… questa cosa io non la so… cosa gli dico… non lo so!”. Parole che si sono rivelate fondamentali per la Procura, che le ha inserite nel fascicolo probatorio e le ha utilizzate nella richiesta di custodia cautelare. La loro rilevanza è tale che avrebbero influito direttamente nella decisione del tribunale di negare la scarcerazione di Dassilva, il cui fermo è stato recentemente confermato anche dal tribunale del Riesame di Bologna.
Omicidio Pierina, nuove intercettazioni su Manuela
Nonostante ciò, Valeria Bartolucci non arretra di un passo. Continua a proclamare la totale estraneità del marito ai fatti e si dice certa di dove si trovasse la sera del 3 ottobre: “Io sono certa che Louis alle 22.13 era sul divano”, ha ribadito in un’intervista al settimanale Gente. E aggiunge: “Io so chi è stato e cosa è successo in quel garage”, alimentando ulteriori interrogativi sulla dinamica del delitto e sul ruolo di altri possibili soggetti coinvolti. Bartolucci, inoltre, non ha mai nascosto la sua avversione per Manuela Bianchi, la donna che sostiene di aver incontrato Dassilva nei sotterranei di via del Ciclamino e che, secondo la Procura, sarebbe una testimone chiave.

Proprio Bianchi avrebbe raccontato che fu Louis a indicarle il corpo senza vita della suocera, Pierina Paganelli, chiedendole poi di dire che lo aveva chiamato lei giù dal terzo piano. Per gli inquirenti si tratta di un comportamento sospetto, compatibile con un tentativo di depistaggio. Ma Bartolucci, a sua volta, liquida la testimonianza della donna come inattendibile: “Non è limpida”, ha detto, insinuando dubbi sulla credibilità della ex amante del marito. “E poi – ha aggiunto – non si trova scritto da nessuna parte che Louis fosse innamorato della nuora di Pierina”.
Nel frattempo, l’iter giudiziario prosegue. Venerdì scorso il Riesame di Bologna ha confermato la detenzione per Dassilva, sciogliendo la riserva aperta dopo l’udienza di giovedì. Il procedimento era stato riaperto a seguito di un annullamento con rinvio deciso dalla Cassazione, ma anche stavolta il tentativo della difesa – portato avanti dagli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi – non ha avuto successo. Anche il giudice per le indagini preliminari di Rimini, Vinicio Cantarini, aveva precedentemente respinto la richiesta di scarcerazione, ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza.
La figura di Louis Dassilva resta dunque al centro di uno dei casi giudiziari più intricati degli ultimi mesi, un giallo in cui ogni dettaglio – ogni sussurro – può trasformarsi in una prova decisiva. Mentre la giustizia prosegue il suo corso, il caso Paganelli continua a dividere, alimentando sospetti, dichiarazioni contraddittorie e ipotesi che rendono ancora più complessa la ricostruzione della verità.