Papa Francesco ha lasciato un’impronta indelebile con un ultimo gesto di generosità. A raccontare questo atto significativo è monsignor Benoni Ambarus, noto come Don Ben, vescovo ausiliare di Roma. Don Ben era presente con il Papa durante l’apertura della Porta Santa nella chiesa del Padre Nostro, all’interno del carcere di Rebibbia. Un evento solenne che oggi assume un nuovo significato alla luce delle recenti rivelazioni.
Secondo Don Ben, il Papa ha continuato a sostenere le sue convinzioni fino alla fine. Nonostante fosse fisicamente provato, ha visitato il carcere di Regina Coeli durante il giovedì santo, pochi giorni prima della sua morte. “Ricordo un uomo esausto, ma la sua presenza gridava la necessità di attenzione”, ha detto Don Ben. Francesco non ha mai smesso di far sentire la sua voce e di estendere la sua mano verso gli emarginati. La sua forza di volontà superava la stanchezza fisica.

L’ultimo atto d’amore di Francesco
Durante quella visita, il Papa ha compiuto uno dei suoi ultimi gesti, un atto d’amore che simboleggia ciò che è stato. Rispondendo a una richiesta di aiuto, ha dichiarato: “Le risorse sono esaurite”, ma ha aggiunto: “Non preoccuparti, ho qualcosa nel mio conto”. Ha quindi effettuato un versamento personale di 200 mila euro, l’ultimo denaro a sua disposizione. Si è appreso che persino per il suo funerale sarà necessario l’aiuto di un benefattore, poiché ha scelto di donare tutto.

Solo ora si scopre che il destinatario di quel dono è stato uno dei gruppi più dimenticati della società: i detenuti. Francesco ha voluto che quelle risorse fossero destinate a chi ha meno, a chi è spesso ignorato. Quel gesto ha suscitato profonda emozione e gratitudine, tanto che Don Ben ha ricevuto una lettera carica di dolore e riconoscenza: “Per loro è morto un padre”, ha raccontato il vescovo, portavoce di chi vedeva in Francesco un punto di riferimento.


Il racconto di Don Ben è anche una denuncia. Nonostante l’enorme impegno del Papa, le istituzioni non hanno risposto. “Non hanno fatto nulla per dare anche solo un piccolo segnale”, ha detto con amarezza. Il suo bilancio è negativo e l’accusa è chiara: di fronte a un gesto così potente, chi avrebbe dovuto agire ha preferito restare in silenzio. Così l’ultimo atto d’amore di Papa Francesco si staglia ancora più potente, solitario e luminoso, come un faro nell’oscurità dell’indifferenza.