È una vicenda drammatica e piena di interrogativi quella che arriva dalla provincia di Palermo. Simona Cinà, 22 anni, era uscita di casa per partecipare a una festa: doveva essere una serata di svago, un momento leggero per lei, che dedicava molto tempo allo studio e allo sport. Ma quella che sembrava una normale serata tra amici si è trasformata in tragedia.
La ragazza è stata ritrovata morta nella piscina della villa in cui si teneva l’evento. Nessuno, a quanto pare, si sarebbe accorto di nulla fino a quando, solo in un secondo momento, due ragazzi avrebbero tentato di rianimarla. A raccontarlo è Roberta, la sorella gemella della giovane, intervenuta oggi in diretta televisiva.
La famiglia è sconvolta e piena di dubbi. Quando i parenti sono arrivati nella villa, riferiscono che tutto appariva stranamente in ordine, pulito. Dai social sarebbero inoltre scomparsi i video della serata. Un dettaglio inquietante, che solleva ancora più domande. Com’è possibile, si chiedono i familiari, che nessuno si sia accorto della presenza di una ragazza in difficoltà in una piccola piscina privata? E soprattutto: perché nessuno ha parlato?
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I parenti di Simona non riescono a darsi pace. Stanno cercando di mettere insieme i pezzi, in attesa che le indagini facciano il loro corso. Al momento non è ancora chiaro come sia morta la giovane: sarà l’autopsia, nelle prossime ore, a fornire le prime risposte. Intanto, la famiglia lancia un appello accorato: chi era presente a quella festa dovrebbe raccontare cosa ha visto, aiutare a far luce su quanto accaduto.

“Ci sono troppe cose che noi non riusciamo a capire, nessuno ci dice nulla, sappiamo che due ragazzi l’hanno rianimata ma nessuno ha parlato con noi. Non sappiamo chi sono, non ci hanno detto chi è stato ad aiutarla; nessuno si spiega come Simona sia caduta in piscina e soprattutto perché non l’abbiano ritrovata subito” ha detto la sorella della giovane siciliana a Morning News nella puntata del 4 agosto. È visibilmente provata, ma ha scelto di parlare per chiedere verità e giustizia.

“Simona è stata trovata a faccia in su, ecco perchè noi non ci spieghiamo l’annegamento, noi non crediamo che Simona sia annegata, era una ragazza sportiva ed era abituata a stare in mare, anche in condizioni di onde alte, lei faceva surf, Simona non poteva annegare. La piscina era molto piccola e anche illuminata. Se Simona fosse caduta realmente in quella piscina, qualcuno se ne sarebbe accorto” ha aggiunto ancora Roberta. “Forse hanno fatto finta di non accorgersene” ha detto.

Se le persone presenti continuano a tacere, sarà il corpo di Simona a fornire le prime risposte concrete. Il medico legale dovrà stabilire se si è trattato realmente di annegamento o se, invece, qualcuno l’ha uccisa e poi l’ha gettata in piscina per simulare un incidente. Un’ipotesi inquietante che la famiglia, pur nel dolore, non può escludere.