Mentre frequenta un corso di letteratura presso il King’ College London, Ylenia Carrisi inizia a nutrire il sogno di girare il mondo in solitaria. Nel luglio del 1993, appena atterrata a Roma di ritorno dal primo viaggio in famiglia a New Orleans, confida al padre l’intenzione di partire di lì a pochi mesi per il Belize per scrivere un libro sugli artisti di strada e i senzatetto.
Si prende quindi una pausa dagli studi e inizia a viaggiare in Sudamerica.
L’ultima conversazione tra Ylenia e la famiglia risale al 1º gennaio 1994, con una chiamata partita dal telefono del LeDale Hotel di New Orleans e diretta a casa. In quella stessa città sei mesi prima la Carrisi conosce il trombettista di strada Alexander Masakela, noto come guru ma con precedenti per molestie e droga. I due alloggiano nella stessa stanza del LeDale Hotel, ma l’uomo non denuncia la scomparsa di Ylenia quando questa non torna in hotel né si rende reperibile in alcun modo
. Ylenia Carrisi viene vista per l’ultima volta in hotel il 6 gennaio 1994. Masakela rimane fino al 14 gennaio, quando mostra al personale dell’hotel il passaporto della Carrisi e prova a saldare il conto della stanza utilizzando gli assegni turistici non firmati di Ylenia. A quel punto i responsabili dell’hotel chiamano la polizia e si inizia a indagare sul trombettista, che viene arrestato il 31 gennaio ma rilasciato pochi giorni dopo per mancanza di prove. Romina Power sostiene che Masakela abbia fatto sparire Ylenia facendola entrare in un giro sporco simile alla “tratta delle bianche”, probabilmente dapprima drogandola e segregandola da qualche parte.

Al Bano invece crede alla testimonianza di Albert Cordova, guardiano notturno dell’Audubon Aquarium of the Americas, che dice di aver visto il 6 gennaio 1994 alle 23:30 circa una ragazza bionda gettarsi nel Mississippi. Non viene mai provato che si tratti proprio di Ylenia, ma quella di Cordova è la testimonianza più accreditata anche per le parole che l’uomo dice di aver sentito dalla stessa Carrisi, che al suo invito ad allontanarsi dalla striscia di parco che corre lungo il fume gli avrebbe detto: “Io appartengo alle acque”. Queste stesse parole, spiega Al Bano, venivano pronunciate dalla figlia anche da piccola prima di tuffarsi. Il cantante è certo che sia stata la droga a trascinare Ylenia nell’abisso che avrebbe portato alla scomparsa.
Nel gennaio 2013 il cantante presenta istanza di dichiarazione di morte presunta della figlia al tribunale di Brindisi. La morte presunta in data 31 dicembre 1993 viene quindi dichiarata il 1º dicembre 2014.