Quanto fosse profondo il legame tra Ornella Vanoni e Ondina, il piccolo barboncino nero che l’artista portava spesso con sé in tv come un’ombra fedele,
emerge con ancora più chiarezza nelle ore immediatamente successive alla sua scomparsa. A ricordarlo è stata la sua assistente personale, Veronica De Andreis, che per otto anni è rimasta accanto alla cantante condividendone lavoro, confidenze e affetti quotidiani.
Contattata poco dopo la morte dell’artista, ha raccontato con voce emozionata: “È qui in casa con me. Anche io, come Ornella, ne sono innamorata”. Una frase che restituisce l’intensità di un rapporto affettivo costruito giorno dopo giorno, fatto di abitudini e piccoli riti domestici che oggi risuonano come una testimonianza preziosa di un mondo che sembrava intramontabile. Sempre De Andreis ha aggiunto come parlare di Ondina con Ornella fosse quasi un linguaggio segreto, un codice intimo che apparteneva solo a loro due.
“Ma sì, è proprio lui”. Camera ardente Ornella Vanoni, il famoso in fila nascosto in mezzo a tanta gente comune

Quando alla donna è stato chiesto se avrebbe tenuto con sé il cane, la risposta è stata dolce e prudente: “Ora vedremo”, ha detto, “È talmente amata che non ci saranno problemi. Io e Ornella quando parlavamo a lei o anche solo di lei, avevamo un linguaggio ad hoc, fatto di vocaboli ma anche di un tono di voce che cambiava. Diventava una ragazzina”.
Queste parole raccontano un lato privato dell’artista, spesso nascosto dietro la sua eleganza scenica: quello di una donna capace di restare adolescente davanti all’affetto puro di un animale.
La questione su quale sarebbe stato il futuro della cagnolina ha però trovato risposta già nel corso dell’ultima, intensa giornata di saluti alla cantante. La decisione è stata presa all’interno della famiglia, che ha scelto di mantenere vicino a sé ciò che era caro alla loro Ornella. Ondina verrà affidata a Matteo, il nipote dell’artista, arrivato alla camera ardente del Piccolo Teatro Grassi di Milano con la fidanzata e con la cagnolina che da ora in poi vivrà con loro. Matteo Ardenzi, figlio insieme alla sorella Camilla dell’unico figlio di Ornella, Cristiano, ha portato personalmente Ondina in quello spazio di commiato, quasi a simboleggiare un passaggio di cura, una continuità affettiva che resiste al dolore della perdita.

Intercettato da Vanity Fair, Matteo ha voluto condividere un ricordo che va oltre la dimensione pubblica dell’artista, restituendo il ritratto di una donna profondamente radicata nel ruolo di nonna e di madre. “Ci tengo a dire una cosa: prima di essere una grande artista, un grande personaggio pubblico, la nonna era una nonna e una mamma. Lascia un vuoto enorme. Però, nella tristezza, vedere il rispetto e l’amore che tutti hanno avuto per lei ci riempie il cuore di gratitudine”, ha spiegato mentre accarezzava Ondina, ormai destinata a diventare parte integrante della sua nuova vita.
Nel suo racconto è emersa una figura familiare attenta, presente, capace di una dolcezza solida e di un sostegno costante: “Era una nonna molto presente, molto attenta. Si preoccupava tanto delle nostre vite, delle direzioni avremmo preso. Questa sua attenzione profonda verso le persone l’ha sempre avuta. Personalmente mi ha supportato molto. L’ho avuta accanto nel mio percorso professionale (lavoro nella comunicazione) perché lei mi incoraggiava sempre. Era molto contenta di me: diceva che mi meritavo quello che stavo ottenendo sul lavoro. Per lei ero il “bravo ragazzo con la schiena dritta” e per questo devo dire grazie anche a lei”.

Ma il ricordo non si ferma alla tenerezza familiare: con Matteo riaffiora anche il tratto più lieve, ironico e irresistibilmente autoironico di Ornella Vanoni. Un carattere che sapeva alleggerire ogni conversazione, anche quando si trattava delle questioni più intime o buffe della vita sentimentale del nipote. “Aveva una meravigliosa ossessione per le cose più buffe dei rapporti sentimentali: per esempio rideva tantissimo quando le raccontavo le litigate con la mia fidanzata. Si divertiva proprio”, ha confidato. E poi, con un sorriso amaro, ha concluso: “Non so se mi abbia mai dato veri e propri consigli d’amore. So che lei ha amato tanto. Ed è stata tanto amata. E questo oggi si vede più che mai!”.
Così, nel racconto di chi l’ha amata davvero, emerge una figura tridimensionale, lontana dalla sola immagine pubblica: una donna che viveva i sentimenti con autenticità e intensità, che trovava nelle piccole cose – come un cane che la seguiva ovunque o le confidenze di un nipote – ragioni quotidiane di gioia. E ora, mentre Milano continua a renderle omaggio, il viaggio di Ondina prosegue accanto alla famiglia che l’artista ha sempre messo al centro della sua vita. In quella continuità di affetti c’è il segno più potente di ciò che Ornella Vanoni lascia dietro di sé: un’eredità fatta di amore, cura e un’ironia inconfondibile, destinata a vivere ben oltre il suo straordinario percorso artistico.