
Liliana Resinovich, spunta un nuovo inquietante mistero. Il caso della donna di 63 anni di Trieste trovata cadavere in un parco il 5 gennaio 2022 continua a far discutere. Inizialmente si pensava che potesse essere stato un suicidio, ma recentemente l’indagine è stata riaperta con l’ipotesi di omicidio. Al momento l’unico indagato è il marito Sebastiano Visintin.
Sul suo conto iniziano a moltiplicarsi i sospetti, soprattutto dopo che uno youtuber ha analizzato i file dei video girati da Sebastiano con la GoPro il giorno della scomparsa della moglie. Video che sembrano tagliati, falsati e accelerati. Ma c’è anche un altro video inedito che è stato mostrato nella serata di ieri, mercoledì 30 aprile a Chi l’ha visto? e che ha riacceso i riflettori sul caso.
Il racconto del testimone il giorno del ritrovamento del corpo di Liliana: “C’era un uomo…”
Le immagini del video riprendono un uomo con una coppola mentre si aggira nei pressi del parco, in un orario compatibile con il ritrovamento del corpo. I testimoni hanno riportato il tragitto fatto e cosa hanno visto. Un dettaglio che potrebbe rivelarsi cruciale per le indagini. Gli inquirenti si interrogano: l’uomo ripreso potrebbe essere Sebastiano Visintin, marito di Liliana e unico indagato per l’omicidio? Durante la puntata ha anche parlato un testimone.

L’uomo ha raccontato che, intorno alle 6:50 del giorno in cui il corpo di Liliana è stato ritrovato, ha notato una “figura che aveva in mano una torcia elettrica accesa che puntava verso il basso. La zona è abbastanza buia – ha aggiunto il testimone – ma ho visto che si trattava sicuramente di un uomo”. In particolare un uomo di corporatura media con una barba bianca. A questo punto ci si chiede chi fosse quell’uomo e cosa stesse facendo, lì, in quella zona e in quel momento.

Liliana Resinovich: “Era un uomo di corporatura media con una barba bianca”. Chi era l’uomo con un cappello tipo coppola visto da una testimone al parco dell’ex ospedale psichiatrico prima del ritrovamento del corpo?
Le domande si moltiplicano anche alla luce della relazione della dottoressa Cristina Cattaneo. Pur senza escludere l’ipotesi di un suicidio, la specialista sembra orientata verso la pista dell’omicidio: a suo avviso, Liliana sarebbe stata uccisa il giorno stesso della scomparsa e il corpo non sarebbe mai stato spostato dal luogo in cui è stato rinvenuto.
Nel frattempo, la difesa di Sebastiano Visintin si rafforza. Due nuovi esperti sono stati infatti chiamati a supporto: l’ingegnere informatico forense Michele Vitiello, noto per il suo contributo in casi mediatici come quelli di Emanuela Orlandi, Denise Pipitone e la tragedia del Mottarone; e Noemi Procopio, docente di scienze forensi presso l’Università di Central Lancashire, che aveva già partecipato a studi sul corpo di Liliana, ma non ancora in veste di consulente ufficiale.