La simpatia di Gennarino, il piccolo Jack Russell che accompagna quotidianamente Stefano De Martino nel celebre quiz show Affari tuoi, ha conquistato milioni di telespettatori. Con il suo musetto vispo e la capacità di rubare la scena in pochi secondi, è diventato in breve tempo una delle mascotte più amate della televisione italiana.
Ogni sua apparizione è commentata in tempo reale sui social, in particolare su X, dove si è creato un vero e proprio fanclub digitale del cane-pacchista. Tuttavia, l’idillio tra pubblico e cucciolo rischia di incrinarsi per l’intervento, tanto deciso quanto inaspettato, di Rita Dalla Chiesa.
Ex volto storico di Forum, oggi parlamentare di Forza Italia e vicepresidente del gruppo alla Camera, Dalla Chiesa è anche a capo del Dipartimento benessere animale del partito. È proprio in questo ruolo che ha scelto di intervenire con una nota formale, indirizzata implicitamente alla Rai e destinata ad aprire un fronte di discussione non solo televisivo, ma anche politico e culturale. “Desta disappunto assistere all’utilizzo di animali chiaramente addestrati nei programmi del servizio pubblico”, scrive la deputata, denunciando una modalità che definisce “superata” e poco in linea con la crescente sensibilità pubblica verso il benessere animale. Pur escludendo riferimenti diretti a maltrattamenti, l’affondo è netto.
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Nella nota, Dalla Chiesa inserisce la questione in un contesto più ampio, richiamando le battaglie condotte negli ultimi mesi per l’abolizione dell’uso di animali nei circhi e negli spettacoli: un cambiamento normativo atteso da tempo, che sancirebbe — secondo la deputata — il pieno riconoscimento dell’animale come “essere senziente” e non come oggetto da palcoscenico. Il cuore della critica, tuttavia, non è tanto la presenza in sé di Gennarino in trasmissione, quanto il modo in cui viene impiegato. “Costringerli a pregare, fare l’inchino o abbaiare a comando è una pratica snaturante”, afferma. Il vero nodo, insomma, è la dignità animale e l’esempio che la televisione, soprattutto se pubblica, dovrebbe offrire.

Nel suo discorso, Rita Dalla Chiesa chiarisce di non essere contraria alla presenza degli animali sul piccolo schermo, ricordando casi considerati virtuosi come quello dei cuccioli di Striscia la notizia, che, secondo lei, “si muovono liberamente e vengono adottati a fine trasmissione”. La critica, dunque, non è alla tenerezza o all’effetto simpatia che un animale può suscitare, ma al rischio che si trasformi in una “macchietta” addestrata per puro intrattenimento. Un messaggio che punta a una maggiore responsabilità mediatica, affinché la presenza animale venga vissuta come compagnia naturale e non come numero da circo.


Il j’accuse dell’ex conduttrice non resterà confinato a una nota stampa: la questione sarà presto portata all’attenzione della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai. “Chiediamo un ripensamento all’Azienda”, conclude Dalla Chiesa, invitando il servizio pubblico a riflettere sul proprio ruolo e a “farsi promotore di una nuova consapevolezza etica nei confronti degli animali”. Il caso Gennarino, nato come tenero intermezzo di un game show, si è trasformato così in un simbolo — e potenzialmente in un caso politico — di un dibattito sempre più attuale: quello sul rispetto e sul ruolo degli animali nei media.