Schietto, diretto, spesso tagliente quando commenta i look delle star, Giovanni Ciacci ha sempre fatto della trasparenza il suo tratto distintivo.
E negli ultimi anni questa sincerità si è estesa ben oltre il suo ruolo televisivo: il costumista non ha nascosto la sieropositività, ha parlato dei problemi ai polmoni che gli impedirono di partecipare a L’Isola dei Famosi e ha affrontato senza filtri un passato complesso, segnato da disturbi alimentari e diabete. Un percorso personale che, settimana dopo settimana, ha iniziato a raccontare anche al pubblico, trasformando la fragilità in testimonianza.
Nell’ultima puntata de La Volta Buona, seduto nello studio di Caterina Balivo, Ciacci ha ripercorso tappe che ancora oggi lo commuovono.
Ha rivelato come la difficoltà a controllare il rapporto con il cibo lo avesse portato a episodi di bulimia, notti intere passate ad aprire e richiudere il frigorifero, arrivando perfino a mangiare cibi ancora surgelati. Una spirale che sembrava impossibile da spezzare e che, insieme al diabete conclamato, richiedeva un intervento deciso, più forte della sola forza di volontà.

È stato in quel momento che, racconta, la medicina gli ha teso la mano. Ciacci ha spiegato che si è affidato a un team di specialisti che hanno impostato un percorso di dimagrimento controllato, rigoroso e personalizzato. Un anno fa pesava molto di più e non avrebbe mai immaginato di ritrovarsi oggi con 55 chili in meno, un risultato che definisce sorprendente e che spera di migliorare ulteriormente durante le festività, con l’obiettivo dichiarato di perdere altri dieci chili.

La svolta è arrivata quando i medici gli hanno parlato di una terapia “nuova, in arrivo dagli Stati Uniti”. «Mi hanno detto che stava arrivando una cura nuova dagli Stati Uniti e me l’hanno proposta», ha raccontato. «Ho accettato. Abbiamo iniziato prima con delle pasticche, mi davano un po’ fastidio e poi siamo passati alle punture, le famose siringhe per dimagrire». Si tratta di iniezioni settimanali che, spiega, sono partite da 3 mg per poi salire a 7, 10 e in prospettiva 15 mg. Una terapia seguita passo dopo passo da una nutrizionista e dal suo medico di base, che gli ha permesso di evitare l’operazione bariatrica.


I risultati, per lui, sono stati immediati e profondi. «Io la notte non mi alzo più per mangiare. Prima svuotavo il frigorifero, mangiavo le cose ancora surgelate. Ora invece per fortuna questo non succede più. Ora la sera prima di andare a letto mi mangio una mela e sono sazio». Poi aggiunge un dettaglio che l’ha colpito nelle ultime settimane: «Però adesso, in questa settimana mi si è abbassata tanto la vista, ma tanto. Ah, è successo anche a Robbie Williams? Quindi io come Robbie?». Una battuta che nasconde un fondo di preoccupazione, mitigata dall’attenzione costante dei medici e dal fatto che lui stesso ricorda: «Comunque devo anche dire che io ero diabetico».
Prima di lasciare lo studio, Ciacci ha voluto rimarcare un aspetto spesso tenuto nascosto in questi casi: i costi delle cure. Nel suo caso, specifica, le iniezioni non rappresentano un peso economico. «In realtà io le faccio con la mutua», ha spiegato. «Questo perché ero obeso, diabetico e con l’ipertensione. La mia condizione era molto particolare». Una frase che riassume il motivo per cui, oggi, il costumista sente il bisogno di condividere la sua esperienza: mostrare che chiedere aiuto è possibile, che la malattia non è una colpa, e che il cambiamento — persino quello che sembra irraggiungibile — può davvero iniziare da una cura proposta al momento giusto.