
Un nuovo capitolo di diplomazia tra Russia e Ucraina si apre mentre si avvicina il vertice diretto di Istanbul previsto per il 2 giugno. Mosca attende un riscontro da Kiev su una proposta di negoziato, ma nel frattempo si astiene dal rivelare il proprio memorandum in anticipo. Secondo fonti ucraine, tale atteggiamento celerebbe richieste imponderabili e condizioni giudicate “irrealistiche”. Il governo ucraino ha criticato duramente la posizione russa, sostenendo che “la paura dei russi suggerisce che il documento sia pieno di ultimatum irrealistici”.
Erdogan medita un ruolo di mediazione
Nel frattempo, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha confermato contatti con entrambe le parti per una possibile soluzione del conflitto. Ankara, già da tempo impegnata come mediatrice, prosegue in un delicato equilibrio diplomatico, tentando di facilitare un dialogo sempre più ostacolato da condizioni e pregiudizi reciproci.
Condizioni di Mosca: Nato e sanzioni in focus
Le principali richieste avanzate da Mosca includono il blocco dell’espansione della Nato verso est e la revoca delle sanzioni economiche imposte dalla comunità internazionale. Questo scenario riflette le storiche rivendicazioni russe e, secondo molti esperti, complica qualsiasi prospettiva di accordo rapido. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito: “Pace vera solo dopo Putin“, indicando che la presenza dell’attuale leadership del Cremlino rappresenta un ostacolo insormontabile.

Cremlino ambisce a risultati concreti
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che il presidente Vladimir Putin è disposto a negoziare “al massimo livello“, ma solo se i colloqui di Istanbul produrranno risultati tangibili. Questa affermazione inserisce una condizione stringente per la partecipazione diretta di Putin, suggerendo che Mosca non intende partecipare senza garanzie di progresso.
Assenza ufficiale degli USA
Secondo The Atlantic, gli Stati Uniti non invieranno una delegazione ufficiale ai colloqui di Istanbul, una novità rispetto al primo tavolo negoziale. Tuttavia, saranno presenti funzionari americani, tra cui l’inviato speciale Keith Kellogg, assieme ai consiglieri per la sicurezza nazionale di Francia, Germania e Regno Unito.

Francia, Germania, Regno Unito partecipano, Italia esclusa
Kellogg ha precisato che i rappresentanti dell’”E3” — i consiglieri per la sicurezza nazionale di Germania, Francia e Regno Unito — saranno coinvolti nei colloqui. “A Londra, ci hanno aiutato a modellare il documento con le condizioni per l’Ucraina”, ha spiegato. Tuttavia, la partecipazione diretta non è ancora confermata. Rimane l’amarezza per l’esclusione dell’Italia, un segnale della marginalizzazione del nostro Paese nei principali dossier di politica estera europea.
Pressioni americane e prospettive future
L’ex presidente Donald Trump ha espresso aspettative di progresso dai nuovi colloqui, ma ha anche valutato con i suoi consiglieri la possibilità di nuove sanzioni contro la Russia. Le principali preoccupazioni, come riportato da The Atlantic, riguardano l’impatto economico di tali misure, soprattutto in relazione alle quotazioni del gas naturale.
Futuro incerto
Il secondo ciclo di negoziati russo-ucraini rischia di trasformarsi in un esercizio diplomatico infruttuoso. Le condizioni imposte da Mosca, la diffidenza di Kiev, l’assenza formale degli Stati Uniti e l’esclusione italiana configurano uno scenario poco favorevole a una rapida soluzione del conflitto. Il vertice del 2 giugno a Istanbul è carico di aspettative ma anche di significative limitazioni, rappresentando un’altra sfida per una diplomazia internazionale ancora priva di una visione comune.