Quando si parla di campioni, spesso si pensa soltanto al loro talento nella disciplina che li ha resi celebri. Ma Jannik Sinner, oltre a dominare i campi da tennis, ha dimostrato di avere qualità anche in altri “campetti”. Già, perché il numero uno al mondo si è fatto notare in una sfida piuttosto insolita: quella a ping pong.
Reduce dalla finale di Cincinnati persa contro Carlos Alcaraz e dopo aver superato il virus che lo aveva costretto al ritiro, il fuoriclasse altoatesino ha trovato il modo di sorridere e rilassarsi prima del prossimo grande impegno della sua stagione.
A New York, dove tutto è pronto per lo Us Open, Sinner ha trascorso una giornata spensierata, mostrando un lato diverso della sua personalità. L’azzurro ha preso parte a un evento speciale organizzato dalla Nike, che lo ha visto protagonista insieme a Naomi Osaka. Davanti a un pubblico incuriosito e divertito, i due si sono sfidati a colpi di racchetta da ping pong, dando vita a scambi rapidi, battute scherzose e momenti di leggerezza che hanno subito fatto il giro dei social.
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Sinner, campione anche su “un altro campo”
La complicità tra i due atleti è apparsa evidente. Tra un colpo e l’altro, Sinner si è lasciato andare a un augurio nei confronti della collega: “Spero che tu possa giocare un buon US Open”, le ha detto con un sorriso, dimostrando ancora una volta la sua eleganza e la capacità di mantenere un atteggiamento positivo anche nei momenti più carichi di aspettative.

Non sono mancati poi gli aneddoti che hanno reso più vivace l’incontro con i cronisti. Sinner ha infatti svelato alcune delle sue piccole superstizioni prima di scendere in campo: “Ho delle routine prima del match. Per esempio andare sempre nello stesso bagno. Queste cose piccole e strane”, ha raccontato, strappando un’altra risata ai presenti.

Con serenità e leggerezza, dunque, Jannik si prepara a vivere la Grande Mela, consapevole che l’ultimo Slam della stagione sarà una prova cruciale per consolidare il suo status di numero uno. E se il ping pong non è certo il terreno su cui costruirà la sua carriera, resta comunque la dimostrazione che, dove c’è talento, anche i dettagli fanno spettacolo.