A Dritto e Rovescio la serata si è accesa con un Paolo Del Debbio particolarmente deciso, che non ha risparmiato critiche.
Il conduttore, noto per il suo stile diretto e senza filtri, ha puntato il dito contro quella che considera una gestione inadeguata delle misure restrittive: “Mi fa inc***re moltissimo il fatto che fosse ai domiciliari ed è andato a commettere reati. Allora non si può fare veramente nulla, ma come si fa?”.
Nel corso della puntata, Del Debbio ha spiegato con maggiore dettaglio le sue posizioni, sottolineando le lacune secondo lui presenti nell’organizzazione del sistema giudiziario e della vigilanza: “Ma si può mettere uno ai domiciliari, pur sapendo che è pericoloso socialmente? Perché questa è la motivazione della restrizione della libertà di una persona. Quando uno è pericoloso socialmente non è che lo metti ai domiciliari e poi lo lasci lì. Gli devi mettere un braccialetto elettronico, mettigli un collare, che ne so io. Quelli ortopedici, ci infili dentro un chip, non lo so, mettigli qualcosa. Passa a controllarlo, dagli l’obbligo di firma, qualcosa devi fare. E qui non c’entra la politica, il governo, eccetera. C’entra l’organizzazione, l’ordinamento giudiziario, magistratura e polizia giudiziaria. Non è che è colpa di chissà chi”.
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Paolo Del Debbio furioso in diretta: “Domiciliari è troppo poco”. Con chi ce l’ha
Del Debbio si riferiva al giovane di origini marocchine recentemente finito sotto i riflettori per aver violato i domiciliari. Dall’altra parte dello schermo, in collegamento, è intervenuto il rapper Bally, che ha espresso un punto di vista nettamente diverso, puntando il dito contro le forze dell’ordine e il sistema giudiziario stesso: “Alle forze dell’ordine piace prendere i ragazzi così come capro espiatorio per fare media, gossip. La giustizia qua ha fatto cilecca e voi ve la prendete con un ragazzo. Doveva essere controllato un po’ di più. Lo Stato mette delle restrizioni che a volte non stanno né in cielo né in terra, non stanno da nessuna parte. Non ha sbagliato a violare i domiciliari. Secondo me no, perché è un ragazzo giovane e aveva voglia di vivere, aveva voglia di divertirsi”.

Del Debbio, però, non ha lasciato spazio a interpretazioni o giustificazioni: “Ma se aveva voglia di vivere, allora viveva nella legalità come facciamo tutti noi. E nessuno lo avrebbe messo ai domiciliari. Se l’hanno messo ai domiciliari c’è un provvedimento della magistratura che, ti assicuro, è anche troppo benevola spesso nei confronti di questa gente. Quindi, se ce l’hanno messo, vuol dire che proprio, guarda, ne aveva combinata, perché se no lì non ce lo mettevano”. Il conduttore ha insistito sul principio di responsabilità individuale, evidenziando come le regole siano pensate per proteggere la società, e che ignorarle comporta conseguenze inevitabili.

Bally, dal canto suo, ha replicato difendendo l’istinto del giovane e sollevando questioni sul controllo delle misure: “Magari se lo meritava, magari se lo meritava. Oh però doveva essere più controllato, vedi che certe cose non le faceva, certe cose non le faceva. Però un ragazzo è più tentato ad uscire o magari a fare cose se è ai domiciliari”. Tra accuse reciproche e posizioni contrastanti, la discussione in studio ha messo in evidenza la polarizzazione delle opinioni sulla gestione dei domiciliari e sul confine tra disciplina legale e comprensione delle fragilità dei giovani, lasciando al pubblico un dibattito acceso e senza soluzioni semplici.