Sui social basta poco per accendere una polemica, e l’ultimo episodio lo dimostra chiaramente. Questa volta, a finire al centro del dibattito è stato Alessandro Gassmann, attore di lungo corso e noto per il suo attivismo su temi ambientali e civili. Un post pubblicato sul suo profilo Threads ha però scatenato un acceso confronto tra i suoi sostenitori e i fan del noto rapper.
Tutto è nato da una foto dell’artista romano in un look particolarmente estroso, accompagnata da un commento al vetriolo: “Mi spiegate cosa è successo? Attraverso quale procedimento si è arrivati a questo? Solo risposte tecniche”.
La frase, volutamente ironica, è suonata come una frecciatina tutt’altro che velata. Una critica, più o meno estetica, ma che in tanti hanno interpretato come una presa di posizione moralista e – per alcuni – contraddittoria rispetto all’immagine pubblica dell’attore. Nei commenti, infatti, si è scatenato un vero e proprio scontro tra chi ha applaudito Gassmann per aver detto a voce alta ciò che pensano in molti, e chi invece ha visto nel suo post un giudizio gratuito, con venature classiste e persino omofobe.
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Da una parte, i commenti di chi ha approvato la provocazione contro Tony Effe sono andati tutti nella stessa direzione: “Hai ragione! Come siamo arrivati a questa roba?”, “Bravo, anche io mi chiedo come sia possibile”. Frasi che ricalcano un certo tipo di critica generazionale, rivolta non solo al gusto personale ma a un modo di esprimersi diventato sempre più eclettico, specie tra le nuove generazioni di artisti.

Dall’altra parte, però, non sono mancati attacchi durissimi al protagonista di Un Professore. Alcuni utenti gli hanno rimproverato un atteggiamento da “progressista a giorni alterni”, sottolineando come sia stato tra i primi a difendere Marco Mengoni e la libertà di espressione durante i Pride, ma ora si scandalizzi per un outfit di Tony Effe. “Dopo i corsetti di Mengoni ora criticate Tony?”, si legge in un commento. E ancora: “Sei d’accordo con i pagliacci dei gay pride e poi ti lamenti di questo outfit?”, “Che caduta di stile. La tua, non la sua”.


Il caso ha riacceso una discussione ben più ampia sul confine tra ironia, moralismo e libertà personale, specie nel mondo dello spettacolo dove ogni gesto, parola o scelta estetica viene passata al microscopio. In fondo, Tony Effe – abituato a ricevere frecciate da giornalisti, opinionisti e colleghi – stavolta è stato criticato da un volto insospettabile, uno che raramente si lancia in polemiche da tastiera. Eppure, è bastato un commento vagamente sarcastico per spaccare in due il suo pubblico e sollevare una tempesta digitale.
Forse il problema non è tanto nell’outfit del rapper o nella frase dell’attore, quanto nella difficoltà di mantenere coerenza e misura nel confronto pubblico. Perché se è vero che “ognuno si veste come crede”, come hanno scritto in molti, allora ogni giudizio estetico andrebbe almeno accompagnato da un po’ di consapevolezza. Soprattutto da chi, come Gassmann, ha fatto della libertà di espressione una bandiera.