Una notte di festa, risate, musica e un gruppo di ragazzi che celebrano i primi sogni diventati realtà. Ma tra le luci di quella serata,
qualcosa si spezza. Un vuoto improvviso, difficile da accettare, ha segnato per sempre chi era lì, lasciando tutti con una domanda che brucia: come è potuto succedere?
Nel cuore di Bagheria, la vita di Simona Cinà si è fermata troppo presto: 21 anni, un sorriso che sapeva contagiare e una determinazione che non passava inosservata. Nessuno, tra amici e parenti, riesce a credere che una ragazza così attenta alla salute, così innamorata dello sport e della vita, possa essere stata travolta da una fatalità inspiegabile.
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Simona Cinà morta in piscina, il racconto dell’ex fidanzato
Simona era una forza della natura, con il beach volley nel sangue e una disciplina fuori dal comune. «Litigavamo perché ogni tanto fumavo una sigaretta, lei non voleva nemmeno l’odore del fumo», confessa Francesco Tilotta, l’ex fidanzato che oggi la ricorda con affetto e incredulità. Nessuno tra chi le voleva bene crede che Simona abbia mai esagerato con alcol o altro: “Non l’ho mai vista fuori controllo, nemmeno per un attimo”.
Il loro amore era nato per caso, tre anni fa, durante una semplice grigliata tra amici. Francesco, ancora scosso, racconta di essere rimasto subito colpito dai suoi «occhi di un colore travolgente» e da quell’energia positiva che la rendeva speciale.

Chi era presente quella sera ricorda solo momenti felici: giochi in acqua, chiacchiere leggere, nessun segnale che potesse far immaginare la tragedia. Un’amica, ancora sotto shock, si tormenta dal rimorso: “Stava bene, rideva e scherzava con tutti. Non riesco a capire come sia potuto accadere”. Un attimo prima tutto sembrava normale, un attimo dopo la vita di Simona si è spenta per sempre.

Ora la comunità resta sospesa, stretta attorno alla famiglia, in attesa di una verità che tarda ad arrivare. L’autopsia sarà decisiva, ma chi ha amato Simona difende con forza la sua immagine: una ragazza pulita, piena di sogni e passioni, che non avrebbe mai corso rischi inutili. «Mi pare riduttivo. Era intelligente, determinata, allegra. Lo sport era la sua vita, specie il beach volley, era il suo ossigeno, le dava la carica».
La Procura indaga, raccoglie testimonianze, cerca ogni dettaglio che possa dare un senso a questa tragedia. Intanto, i social si riempiono di ricordi, foto e messaggi carichi di nostalgia e amore. “Lo sport era il suo ossigeno”, ribadisce Francesco: allenamenti, risate e piccoli momenti felici erano il suo mondo. L’intera città si stringe in un abbraccio silenzioso, aspettando che la verità faccia finalmente luce su una notte che nessuno riuscirà mai a dimenticare.