
La 41enne americana, simbolo internazionale nella battaglia contro lo sfruttamento sessuale, si è tolta la vita nella sua fattoria australiana. I parenti la ricordano per il suo “incredibile coraggio” e “spirito amorevole”, qualità che l’hanno resa una figura di riferimento per molte altre vittime.
Il suo avvocato, Sigrid McCawley, ha espresso profondo dolore per la perdita, definendo Virginia “una cara amica” e “una paladina delle vittime”, sottolineando come il suo esempio l’abbia ispirata a proseguire nella lotta contro gli abusi.
Il ruolo di Virginia Giuffré
Virginia Giuffre, la donna che aveva denunciato Jeffrey Epstein e il principe Andrea per abusi sessuali, si è suicidata nella sua casa in Australia. La notizia è stata diffusa dalla famiglia, che ha sottolineato come “il peso degli abusi e del traffico sessuale subiti fin dalla giovane età fosse diventato insopportabile”.

Giuffre aveva accusato il miliardario statunitense Jeffrey Epstein, morto in carcere nel 2019 in circostanze controverse, di averla ridotta in schiavitù sessuale. Al centro delle sue accuse vi era anche il principe Andrea di York, fratello di re Carlo III. Il membro della famiglia reale britannica ha sempre negato ogni addebito ma, per evitare un processo, aveva raggiunto un accordo extragiudiziale versando un risarcimento multimilionario a Giuffre.

Virginia Giuffre lascia tre figli: Christian, Noah ed Emily. La sua scomparsa rappresenta una dolorosa perdita per il movimento globale contro la violenza e lo sfruttamento sessuale.